SAN MAURIZIO
L’ANNIVERSARIO DEL SANTO PATRONO
Nel 2003, appena nominato Capogruppo, Mario Pegoraro lanciò l’idea di patrocinare a livello sezionale il ricordo del nostro Patrono. Si decise così tutti assieme, di estendere alla Sezione la ricorrenza di S. Maurizio, che fu celebrata in maniera sommessa e non da tutti i Gruppi.
L’idea, portata al Consiglio Sezionale fu accolta e così da allora, nel mese di settembre, gli Alpini padovani si ritrovano in Piove di Sacco per commemorare degnamente il loro patrono.
Si tratta di una cerimonia come si deve fare: sfilata con la fanfara, deposizione di una corona alla Cappellina, S. Messa con la Preghiera dell’Alpino, onori ai caduti davanti al Monumento.
Tutte cose che, gestite dagli alpini, di solito riescono bene, soprattutto se non ci mette lo zampino il tempo come successe nel 2005 e soprattutto nel 2006, quando sfilammo sotto un vero e proprio nubifragio suscitando sentimenti contrastanti tra la compassione e l’ammirazione incondizionata.
È tutto per il nostro Patrono Maurizio che, ancora oggi, è l’esempio del comandante valoroso che non rinuncia ai suoi ideali a costo del martirio.
Ma chi era questo Santo, conosciuto più in Svizzera che da noi?
MAURIZIO D’AGAUNE – III sec. – martire
Festa 22 settembre
Indubbiamente fu un uomo e un soldato valoroso poiché divenne rapidamente comandante della legione Tebana, originaria dell’Egitto.
Addestrò così bene i suoi soldati da formare un corpo sceltissimo e le sue gesta incutevano terrore nei nemici.
La leggenda, storicamente più affidabile, racconta che Maurizio (il cui nome significa cavaliere africano) durante una spedizione di repressione contro la popolazione dei Bagaudi, con i suoi commilitoni, si rifiutò di partecipare ad un sacrificio propiziatorio agli dei.
Un’altra versione dice che si rifiutò di uccidere la popolazione cristiana.
Massimiliano, il comandante supremo, ordinò quindi di flagellarne uno ogni dieci e poi decapitarli, ma inutilmente perché i sopravvissuti rimasero fermi nelle loro convinzioni. Dopo una seconda decimazione, durante la quale i capi della legione, Maurizio, Essuperio e Candido, incoraggiavano i loro compagni, fu decapitata tutta la truppa.
Tra i pochi che si salvarono ci fu S. Alessandro, patrono della città di Bergamo.
Gli storici collocano questo martirio nell’anno 286. Nel 380, durante l’episcopato di Teodoro di Octodurum, le sue spoglie esumate, furono trasferite nella piccola basilica fatta costruire apposta ad Agauno, località oggi S. Maurice, nel Vallese in Svizzera, di cui esistono ancora i resti.
Ciò testimonia il perdurare del culto di S. Maurizio nei secoli.
Gli sono intitolati vari ordini cavallereschi, tra cui quello dei Santi Maurizio e Lazzaro, istituito nel 1434 da Amedeo di Savoia; la croce del gonfalone con cui viene raffigurato compare sulla bandiera della Confederazione Elvetica.
S. Maurizio ci ricorda chi e superiore per grado o imbraccia le armi per necessità deve essere superiore nel sacrificio e nella responsabilità, unendo il valore alla virtù.
Con decreto papale del 19 luglio 1941, Papa Pio XII ha dichiarato “San Maurizio martire celeste patrono presso Dio del Corpo dell’Esercito Italiano denominato Alpini”.
Fonte: Un cammino lungo 70 Anni – Libro sulla storia del gruppo