Servizio sull’Ortigara
È il mio secondo anno sull’Ortigara e anche questa volta l’esperienza è stata appagante.
Più di qualcuno mi ha chiesto perché lo faccio: sei una donna, non sei un alpino, c’è poca acqua per lavarsi, si fa fatica…
Lo faccio perché credo nell’impegno che gli alpini, e nello specifico il Gruppo di mio papà, mette per migliorare la società che ci circonda.
Lo faccio perché mi piace la montagna, dormire in tenda (anche se qualcuno russa con eccessivo trasporto!) e stare in mezzo alla natura.
Mi piace il buon cibo e lì, al rifugio Cecchin, si mangia sempre benissimo grazie ai Gruppi ANA che si alternano per gestirlo. Lo faccio perché mi piace la compagnia di questi alpini e dei loro racconti.
Lo faccio perché mi è stato insegnato che bisogna aver cura dei luoghi.
Aver cura dell’Ortigara vuol dire anche aver cura della memoria di chi lì ha perso la vita per difendere altre persone.
Vuol dire assicurare a coloro che decidono di camminare su questo monte “sacro” di trovare un sentiero che “accoglie” e che permette di attraversare i luoghi, che
furono teatro della guerra, in sicurezza tra silenzi e riflessioni.
Ecco perché lo faccio… e mi piace farlo.
Laura Mobili – Naia Scarpona – Settembre 2019